Il 12 ottobre 1995 le Suore Maestre Pie Venerini iniziano la loro presenza nel villaggio di Gjadër. Fedeli alla missione educativa propria della Congregazione ricevuta dalla Fondatrice, S. Rosa Venerini, concentrano la loro attività in mezzo ai bambini, adolescenti e giovani del territorio. Non è un lavoro semplice in una situazione di estrema povertà e nel caos totale lasciato da 50 anni di regime comunista ateo.
Oltre alla catechesi parrocchiale, per allontanare i minori dalla strada, offrono, in ambienti appositamente allestiti, il doposcuola, corsi professionali, attività ricreative e culturali, momenti di socializzazione.
Con una attenzione al mondo femminile, soprattutto alle ragazze e alle donne in difficoltà, le Suore, fedeli alla missione espressa nel logo: “Educare a liberare”, promuovono il ricamo, la sartoria, le acconciature.
Nel 1997, quando l’Albania si trovò sull’orlo di una guerra civile con una sanguinosa recrudescenza di violenza, a seguito anche del saccheggio degli arsenali militari, i giovani di Gjadri, guidati ed animati da Don Antonio Sciarra, parroco del territorio, e dalla Suore Venerini, si resero conto che fosse necessario coltivare e diffondere una cultura di pace e di speranza nel Paese. Un’iniziativa concreta, che ha riscontrato singolare risonanza è stata la raccolta, da parte dei ragazzi e dei giovani, delle decine di migliaia di bossoli, frutto degli episodi di guerra civile e di violenza perpetrati un po’ dovunque in quel tempo. Dalla loro fusione si è realizzata una campana, la Campana della pace. Da qui sono nati i giovani: Ambasciatori di Pace, Associazione legalmente riconosciuta, fondata da Don Antonio Sciarra e da Suor Enrica Giovannini. L’associazione, che ha avuto e ha una risonanza internazionale, opera con diverse iniziative (incontri, canti, recital, attività artistiche, pubblicazioni, ecc.) per diffondere, soprattutto nel Paese, una cultura della legalità e della pace e per far conoscere i problemi dell’Albania promuovendo la solidarietà verso il Paese delle Aquile.
Tuttavia, il pericolo che minacciava i giovani del villaggio era molto grande. Le reti della criminalità organizzata avevano coinvolto giovani e adolescenti in maniera impressionante. Inoltre, all’improvviso, i giovani di Gjadri si sono trovati davanti alla ferita della prostituzione. Cosa si poteva fare mentre giovani uomini e donne sparivano ogni giorno davanti ai loro occhi? Una prima risposta è stata l’associazione “Preghiera – Azione”. L’associazione giovanile guidata dal parroco Don Antonio Sciarra e dalle Suore Venerini, mirava, con la preghiera e la consapevolezza, a prevenire, a proteggere e sanare le ferite che il territorio della Zadrima e l’intera società albanese stavano subendo. I giovani hanno cominciato a riunirsi per pregare, discutere, condividere e trovare nuove strategie per affrontare il problema.
Con la crescita del gruppo sono sorte esigenze nuove, così nel 1999 ha preso forma il Centro Giovanile Venerini con l’apertura di una scuola professionale (biennale per lingue straniere e informatica e triennale per economia e quinquennale ) che ha offerto l’opportunità di imparare un mestiere a centinaia di adolescenti e giovani di tutta la Zadrima. Erano giovani che spesso non avrebbero mai potuto frequentare una scuola per indisponibilità familiari o mentalità superata, soprattutto nei confronti della donna. Il Centro Giovanile Venerini continua oggi, come 25 anni fa, a promuovere la dignità della persona attraverso la sensibilizzazione, la prevenzione, la formazione; attraverso attività speciali per bambini, adolescenti e giovani (come corsi di formazione, incontri psicosociali e attività ludiche); attraverso eventi diversi per adulti (eventi culturali, laboratori, visite periodiche alle famiglie); attraverso il Ginnasio Rogazionista (la scuola dei Rogazionisti, gestita in collaborazione con le Suore Venerini); attraverso la casa famiglia Rozalba che accoglie ragazze dagli 8 ai 18 anni, e la casa di semiautonomia e di reinserimento di Lezhë per ragazze sopra i 18 anni.